La Sezione Veneto dell’AIIG, in collaborazione con l’associazione velica Jod Enjoy, da tempo si è imbarcata in un’esperienza di educazione geografica unica nel suo genere che, grazie alle molte riflessioni teoriche e pratiche, negli anni ha davvero preso il largo. Ecco un brevissimo riscontro del corso di formazione dal titolo “Mariniamo la scuola. Esperienza formativa di educazione geografica collaborativa all’aperto per insegnanti di ogni ordine e grado” tenutosi nei mesi di maggio e giugno.
Se ti annoi ad insegnare geografia, se i tuoi studenti preferiscono viaggiare piuttosto che aprire le pagine di un libro di testo sul mondo, decidete insieme un giorno di marinare la scuola. Lasciate lo zaino, il libro, la cattedra e i banchi. Prendete occhi, emozioni e GPS. Perché la geografia è tutta un’altra storia.
Luisa
Questo corso mi ha permesso di tornare a provare in prima persona ciò che prova un alunno, quando gli viene spiegata una cosa, pensa di averla capita, la mette in pratica e si accorge che, in realtà, non la sa.
Teresa
Misurarmi con il senso di frustrazione e mortificazione mi è servito a riflettere su come siano inevitabili questi sentimenti, ma, soprattutto, sia importante affrontarli nel modo giusto con gli strumenti adatti e
come noi docenti dobbiamo fornirli.
Ho sempre pensato alla geografia come ad una materia che nonostante parli anche di confini, è senza confini: il mare ne è la metafora e la conferma. Ritengo la formazione in generale preziosa per i docenti, in questo caso particolarmente importante per me, in quanto appassionata di mare: ora mi sento un po’ più preparata per trasmettere non solo l’amore per questo mondo, ma anche qualche aspetto un po’ più tecnico.
Navigare in barca a vela parla di geografia perché:
– per navigare devi saper utilizzare strumenti di cui si serve anche il geografo, come carte geografiche di diversa scala e GPS;
Maddalena
– navigare in barca a vela permette non solo di osservare l’ambiente mare dall’esterno, ma di immergersi in esso, di capirlo vivendo sulla propria pelle ciò che lo contraddistingue (onde, correnti, vento, …) e di entrarne quasi in sintonia per saperlo anche gestire e non farsi sopraffare dalle sue forze. Credo che per “fare geografia” sia necessario lo stesso atteggiamento, di esplorazione attiva e immersiva dello spazio, cercando però sempre di leggerlo con occhio attento, di usare delle coordinate e dei punti di riferimento per orientarsi e muoversi in esso consapevolmente;
– la barca a vela ti costringe a guardare le cose da un altro punto di vista rispetto a quello abituale, così la geografia, che per leggere il territorio deve saperlo osservare e studiare da tanti punti di vista, attingendo anche al sapere di altre discipline.
questo corso di formazione mi ha confermato una volta in più che è fondamentale imparare divertendosi, insieme a persone con le quali si sta bene. Se ciò è vero durante un percorso di formazione tra adulti, lo è
Chiara
tanto di più in classe ed è per noi insegnanti d’obbligo creare da una parte situazioni anche emotivamente sane e serene, dall’altra occasioni estremamente motivanti e coinvolgenti, in cui ognuno si senta
protagonista della propria crescita culturale e cognitiva. Inoltre, al termine di questo corso, anche durante il corso, è cresciuta in noi la voglia di continuare a seguire occasioni formative per insegnare geografia in contesti significativi e motivanti.
Ho sempre creduto molto alla formazione in situazione. Sicuramente questo corso è stato molto formativo per noi e ci ha soprattutto confermato l’intenzione di proseguire in un percorso di ricercazione con un team di persone che abbiamo trovato molto stimolanti perché molto motivate. Sono convinta da sempre che una caratteristica che connota il bravo docente è quella di amare ciò che insegna e di trasmettere questo amore ai propri discenti. In questa situazione siamo noi gli allievi che vogliono assorbire la passione dei loro insegnanti!
Laura
Da quando vi conosco ho cominciato a rivalutare il valore di questa materia nella formazione della persona, ho cominciato a rendermi conto che se da sempre per formazione avevo indagato gli spazi dell’anima, ora so che gli spazi esterni sono lo specchio con cui noi dialoghiamo quotidianamente e che condizionano la nostra geografia interiore. Conoscervi mi ha “scappottato” la geografia.
Luisa