Quadri orari dei nuovi tecnici: un’ulteriore riduzione di geografia?

 

 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di un nostro socio della classe di concorso A21 che legge con preoccupazione i quadri orari dei nuovi tecnici che sono stati pubblicati da Orizzonte Scuola. Se sono davvero questi i quadri orari che saranno approvati si prospetta una nuova interpretazione dell’istituto tecnico per il settore economico in cui la geografia, anziché trovare posto fra le discipline d’indirizzo, viene inclusa, in tutti gli istituti tecnici, nell’ambito storico sociale del biennio come già avviene negli istituti professionali. In questo caso nel settore A.F.M. si ridurrebbe creando in pochissimo tempo soprannumerari fra i docenti titolari A21. 

 

 

di Emanuele Secovia

 

Immagine generata con AI

 

Lo scorso 7 agosto 2024 Orizzonte Scuola ha pubblicato il quadro orario in discussione per la prossima riforma
degli istituti tecnici. Come insegnante della classe di concorso A21 GEOGRAFIA sono molto preoccupato per
quello che ho letto.
Se questo schema di quadri orari è quello che entrerà in vigore la classe di concorso A21 già in sofferenza,
verrà paralizzata perché potrà avere assegnati solo spezzoni orari.
Questo il quadro attuale di assegnazione, A21 può accedere a:

– Istituti professionali: due ore nel biennio non sicure, ma soggette a scelta da parte della scuola che
può sostituirle con ore di storia. La scelta può essere cambiata di anno in anno.
– -Istituti tecnici per il settore tecnologico: Un’ora di geografia generale ed economica nel primo biennio
(ora aggiuntiva) che forma solo spezzoni che molti dirigenti scolastici, ignorando la classe di concorso
specialistica A21, assegnano usualmente alla classe A50 anche quando questa non ne avrebbe diritto
in base ai limiti previsti dal DM 259/2017.
– -Istituti tecnici per il settore economico: Sei ore di geografia nel primo biennio (soggette in parte ad
assegnazione anche ad A50 con dei limiti).
– Istituti tecnici per il settore economico indirizzo Turismo: Geografia turistica sei ore fra secondo
biennio e quinto anno.

Con il nuovo quadro orario verrebbero meno le sei ore del biennio tecnico economico per trasformarsi
presumibilmente in una o due massimo poiché sono previste nell’asse storico-geografico 165 ore al biennio
che tengono conto anche della presenza delle ore di storia.
Si crea uno scenario nel quale la classe A21 può aspirare a soli spezzoni, accedendo quindi a cattedre esterne
insicure. Si complica l’incertezza per i vincitori di concorso che non hanno ancora ottenuto una cattedra in
molte province data la scarsa presenza della disciplina nella secondaria di secondo grado e complici regole di
assegnazione aperte alla discrezionalità. Incomprensibile e ingiustificabile destino per la geografia nel nostro
Paese.
L’insegnamento della disciplina nell’istituto tecnico commerciale era presente fino alla riforma del 2010 con
un corso nel triennio di otto/nove ore di geografia economica, come disciplina d’indirizzo che contribuiva,
trattando tematiche attuali, a contestualizzare altre discipline tecniche del settore. Se ne sente la mancanza
in particolare al quinto anno, quando i ragazzi, privi di basilari concetti di geografia, faticano a strutturare
solidi e convincenti percorsi interdisciplinari che sono richiesti nel corso dell’esame di stato. Rimane
incomprensibile anche l’irrisoria presenza della geografia negli istituti tecnici del settore tecnologico finalizzati

a preparare gli studenti alle carriere nel campo dei trasporti e della gestione dell’ambiente e del territorio,
oltre all’indecifrabile esclusione dai licei della classe di concorso A021.

C’è da chiedersi se il ministero stia pensando a regole chiare per l’assegnazione della geografia (presenza fissa
nei quadri orari, regole per l’assegnazione che non si prestino ad arbitrio) per risolvere i problemi che la classe
di concorso vive e lamenta da tempo.
C’è da chiedersi se si troverà spazio nella scuola secondaria per ripristinare discipline geografiche e ampliare
le possibilità della classe A21.
In qualità di iscritto alla FLC CGIL mi domando se le sigle sindacali, tutte, abbiano davvero compreso le
conseguenze di questa riforma sulla formazione geografica dei futuri cittadini italiani e se vogliano essere
complici o meno della fine dell’insegnamento della GEOGRAFIA nella scuola italiana.

Emanuele Secovia, responsabile scuola, sezione Palermo