di Paola Pepe
Le scelte del ministero per gli esami di stato 2025 sembrano rispecchiare il clima che si è respirato nelle ultime giornate di gennaio. In particolare le dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara e della sottosegretaria Paola Frassinetti, ci fanno sperare in una rinnovata stagione di valorizzazione della geografia nella scuola secondaria di secondo grado, che non vedevamo da molti anni. Una conferma arriva con la scelta delle discipline affidate ai commissari esterni nel percorso degli istituti tecnici per il settore economico turismo – IT04, fra le quali sarà presente la Geografia turistica, che si assegna alla classe di concorso A021. In questo modo tutte le studentesse e gli studenti dell’indirizzo “Turismo” dovranno dimostrare di possedere competenze geografiche. E’ un primo passo concreto, dopo le ultime dichiarazioni sulla volontà di valorizzare la geografia anche nei licei dove è mortificata dal 2010 quando fu istituito l’insegnamento congiunto di “storia e geografia”, presente solo al biennio, con voto unico e un quadro orario di tre ore settimanali complessive. Più volte negli anni abbiamo segnalato come AIIG lo stato di degrado dell’insegnamento della geografia al liceo dove inspiegabilmente i docenti specializzati A021 non hanno accesso all’insegnamento della disciplina, dove manca del tutto la possibilità di apprendere la geografia economica e la geopolitica, paradossalmente anche in percorsi innovativi come il liceo del made in Italy. Dal 2021 l’AIIG ha trovato maggiore ascolto ed è tornata a chiedere la separazione delle discipline storia e geografia al liceo, attraverso incontri con rappresentanti del ministero, con il lavoro della commissione geografia istituita dall’ex ministro Patrizio Bianchi e negli ultimi mesi attraverso la collaborazione con la commissione per le nuove indicazioni nazionali istituita dal ministro Valditara. Sentire un ministro dell’istruzione che dichiara che nelle scuole ci sono ragazzi che non conoscono la localizzazione del Po è mortificante per l’intera società italiana, ma purtroppo come docenti che lavorano ogni giorno nelle aule non possiamo che confermare che non si tratta di un’iperbole. La geografia si è talmente ridotta nella scuola italiana da non garantire la conoscenza nemmeno dei dati che ci identificano e forse finalmente si vuole rimediare a questo.
Immagine di copertina generata da IA