di Marta Bondesan (AIIG Veneto)
Quest’anno ho deciso di partecipare al corso di formazione “Ghiaccio Fragile”, sui cambiamenti climatici e la fusione dei ghiacciai dal 16 al 20 luglio in un posto fantastico: la val Veny ai piedi del Monte Bianco.
Confesso che quando ho letto la proposta pervenutami tramite l’AIIG in cui era prevista un’escursione sul ghiacciaio del Bianco ho deciso immediatamente che mi sarei iscritta.
Arrivando qualche giorno prima con mio marito e volendo effettuare camminate nei dintorni abbiamo utilizzato una cartina che ci aveva prestato un nostro amico; e la sorpresa è stata quando ci siamo accorti
che la visione del ghiacciaio du Midi che avevamo di fronte era ben diversa da quella che ci presentava la cartina datata 1989: in soli 30 anni il ghiacciaio si era ritirato notevolmente!
Il 16 luglio raggiungiamo la caserma Fior di Roccia, sede del corso e conosciamo il direttore, prof. Boschis e gli altri 25 insegnanti di ogni ordine e grado che frequenteranno l’aggiornamento.
La struttura è ben organizzata: i volontari della CRI, che gestiscono assieme agli alpini questa caserma, ci accolgono con simpatia e ci accompagnano nelle nostre camerate da 6. Il primo impatto è positivo e lo sarà sempre più nei giorni seguenti anche se il corso risulta piuttosto impegnativo, con lezioni sia al mattino sia al pomeriggio e dei momenti laboratoriali l’ultimo giorno.
L’escursione sul Ghiacciaio del Gigante effettuata a gruppi di 8 corsisti capeggiati da una guida alpina di Courmayeur, è stata fantastica anche se avrei voluto durasse più di 3 ore, ma fattibile per chiunque in buona salute.
Ogni tanto ci fermavamo e Philippe Deline, il “nostro” glaciologo, ci spiegava come l’aumento delle temperature dovuto ai cambiamenti climatici, così accelerati dalle attività antropiche, stiano provocando
non solo la fusione dei ghiacciai, ma anche il deterioramento del permafrost che provoca instabilità nella roccia. Ed è proprio durante la nostra escursione che abbiamo assistito al crollo di un pezzo di granito grande quanto un’auto che si è staccato dall’Aiguilles.
Durante il corso le informazioni di tipo scientifico, supportate da ricerche a livello mondiale, sono state innumerevoli e hanno mostrato che il ritiro dei ghiacciai e l’aumento di temperature atmosferiche ed oceaniche di questi ultimi centocinquant’anni sono collegati all’aumento di CO2 in atmosfera e all’uso di combustibili fossili.
Questo aggiornamento è stato per me molto arricchente sia professionalmente sia umanamente visto che ho stretto molte amicizie e che il clima instauratosi tra tutti era molto bello. Spero quindi che questa
primo corso organizzato dal prof. Boschis sia il primo di una lunga serie.
Marta Bondesan
AIIG Veneto